"Dal tifo alla minaccia: come l’ossessione per una celebrità può trasformarsi in cyberbullismo, stalking digitale e reati online" C’è una linea sottile tra l’ammirazione e l’ossessione. Una linea che, sempre più spesso, viene superata all’interno di certi fandom, gruppi di fan devoti a un attore, una cantante o una figura pubblica. Ma cosa succede quando l’amore per un personaggio famoso si trasforma in ossessione? Quando si passa dall’idolatria alla persecuzione? E, soprattutto, quali sono le conseguenze reali, anche penali, di alcuni comportamenti online? In questo articolo affrontiamo un fenomeno tanto attuale quanto pericoloso: la deriva fanatica dei fandom e le gravi implicazioni sociali, psicologiche e legali che ne conseguono.
Nel mondo digitale, seguire il proprio idolo è diventato facilissimo: social, fanpage, community, canali Telegram, gruppi Facebook. Il problema? Alcuni utenti iniziano a vivere una relazione totalizzante e immaginaria con la celebrità, arrivando a difenderla in modo cieco, aggressivo e, talvolta, criminale. Nel linguaggio comune si dice “sono una fan sfegatata”, ma spesso dietro questa frase si nascondono comportamenti molto più gravi: cyberbullismo verso detrattori, minacce, diffamazioni, profili falsi, insulti pubblici e vere e proprie campagne d’odio. Il tutto, nel nome di un attore o cantante che – nella maggior parte dei casi – non è nemmeno a conoscenza dell’esistenza del fan in questione.Il culto dell’idolo: quando l’ammirazione diventa religione
Un fan è qualcuno che supporta, segue, ammira. Un fan cerca ispirazione, si emoziona, condivide contenuti con altri appassionati. Un fanatico, invece, vive per l’idolo. Difende con violenza verbale, aggredisce chiunque osi criticarlo, diffonde fake news, arriva a seguire ogni minimo spostamento o dettaglio privato del personaggio, come se fosse cosa propria. Questa ossessione non ha nulla a che vedere con l’arte o con l’apprezzamento genuino. È una dinamica tossica, una forma di dipendenza emotiva, che può sfociare in comportamenti patologici o addirittura reati perseguibili per legge.Fan vs Fanatico: due mondi diversi
Ecco alcuni dei comportamenti gravi che molti “invasati del fandom” compiono regolarmente online, senza rendersi conto delle conseguenze: Diffamazione: pubblicare frasi offensive o false contro altri utenti, giornalisti, critici o perfino altri fan. Minacce: invio di messaggi minatori, anche con foto o video, a chi “osa” dire qualcosa contro l’idolo. Stalking online: seguire e molestare persone per il solo fatto di essere contrarie o neutrali rispetto al personaggio amato. Furto d’identità: creare profili falsi per spacciarsi per altri, spesso per vendette digitali. Istigazione all’odio: fomentare commenti razzisti, sessisti o omofobi contro “rivali” o altri gruppi fandom. Queste non sono “bravate da ragazzini”. Sono reati penali, e la legge italiana li riconosce come tali. Chi viene denunciato può incorrere in multe salate, sospensione dei profili social, e in alcuni casi anche pene detentive.I reati più comuni commessi dai fan fanatici
Cosa spinge una persona a diventare ossessionata da un personaggio pubblico? La risposta non è semplice. Gli psicologi parlano di un fenomeno chiamato “relazione parasociale”, ovvero un legame unilaterale in cui l’utente si convince di conoscere, comprendere e avere un legame reale con il personaggio pubblico. In molti casi si tratta di vuoti affettivi, mancanza di autostima, o bisogno di identificazione in qualcosa di grande, famoso, potente. Il problema nasce quando questa relazione prende il sopravvento sulla realtà, portando il fan a vivere ogni critica all’idolo come un attacco personale.Il meccanismo psicologico dell’ossessione
In alcuni casi, i fan fanatici si uniscono in veri e propri gruppi d’attacco. Creano post coordinati, inviano segnalazioni di massa, colpiscono chiunque “disturbi la quiete” del loro idolo. Questo atteggiamento ha alimentato fenomeni come la cancel culture, dove una sola opinione contraria basta per scatenare la gogna mediatica. È accaduto più volte che attrici, blogger, influencer o semplici utenti siano stati massacrati digitalmente per aver fatto un commento ironico o critico su un personaggio amato dai fan.Fandom e cancel culture: una miscela esplosiva
Piattaforme come X (ex Twitter), TikTok, Instagram e persino YouTube hanno contribuito a normalizzare l’eccesso. Il like facile, il commento impulsivo, la viralità istantanea rendono tutto più rapido e incontrollabile. Le piattaforme stesse faticano a contenere l’odio: nonostante le policy, migliaia di profili offensivi restano attivi. La colpa, però, non è solo dei social: serve educazione digitale, consapevolezza e responsabilità.I social come amplificatore del delirio
Un altro punto cruciale è la mancata presa di posizione da parte dei VIP. Alcuni attori, pur sapendo dell’esistenza di questi fandom tossici, non intervengono per non “perdere pubblico”. In alcuni casi, addirittura alimentano indirettamente questi meccanismi, facendo like o commentando post controversi. Un personaggio pubblico dovrebbe educare la propria fanbase, chiedere rispetto e prendersi la responsabilità dell’influenza che esercita.Il ruolo degli influencer e degli attori
Denunciare: chi riceve minacce o insulti deve rivolgersi alle autorità. Oggi la Polizia Postale è attrezzata per intervenire anche nei casi di odio online. Non rispondere agli haters: dare visibilità ai fanatici spesso peggiora la situazione. Educare: servono campagne di sensibilizzazione sull’uso corretto dei social. Parlare: chi vive un’ossessione per un personaggio famoso dovrebbe parlarne con uno psicologo. Essere fan è bellissimo. È condivisione, passione, emozione. Ma trasformare l’amore in violenza, l’ammirazione in persecuzione, non ha nulla a che vedere con il sostegno a un artista. I fandom tossici stanno rovinando la rete e le vite di molte persone. Ricordiamoci che dietro ogni nickname c’è una persona reale. E dietro ogni profilo pubblico, c’è un essere umano. Cosa possiamo fare: soluzioni e prevenzione
La Redazione
di Cristian Alaimo