di Giusy Randazzo
In un tempo che corre veloce, oggi il mondo si è fermato. Un silenzio profondo ha attraversato le piazze, le case, le anime: il Papa ci ha lasciati. Una notizia che taglia il fiato, che pesa come una pietra nel cuore, perché non è solo un addio a un pontefice, ma al padre spirituale di milioni di persone. Un uomo che ha saputo parlare con la forza dell’umiltà, con il coraggio della verità e con l’amore di chi si dona senza riserve.
Ha guidato la Chiesa con mano ferma e cuore aperto, in tempi di incertezza, scandali, guerre e sofferenze. È stato voce dei poveri, scudo degli ultimi, abbraccio per chi si sentiva perduto. Ogni parola, ogni gesto, ogni sguardo era preghiera vivente. Ha parlato di pace quando il mondo si spaccava, ha predicato il perdono quando tutti urlavano vendetta.
E adesso che non c’è più, resta il vuoto. Ma resta anche un’eredità immensa: un messaggio d’amore che continuerà a risuonare oltre la sua voce. Non servono grandi discorsi per ricordarlo, basta chiudere gli occhi e sentire quanto bene ha fatto, quanta speranza ha seminato, quante coscienze ha risvegliato.
Oggi lo piangiamo. Ma domani, domani toccherà a noi portare avanti la sua luce. Perché certi uomini, anche quando se ne vanno, restano. Dentro chi li ha ascoltati, amati, seguiti. E il Papa, il nostro Papa, resterà per sempre.
