
La fibromialgia è una patologia reumatica cronica ad eziologia ancora incerta, caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso e disturbi di varia natura che interessano diversi organi e apparati. Oggi non si parla solo di dolore: altre manifestazioni come disturbi del sonno, affaticamento, difficoltà cognitive e alterazioni sensoriali giocano un ruolo centrale nella diagnosi.
Il termine stesso deriva dal latino fibra (fibra) e dal greco myo (muscolo) e algos (dolore), indicando una condizione dolorosa che coinvolge muscoli, tendini, legamenti e tessuti connettivi periarticolari.
I sintomi più comuni
I sintomi variano da persona a persona, ma tra i più frequenti troviamo:
Dolore cronico diffuso, a volte bruciante e associato a contratture muscolari, con intensità variabile nell’arco della giornata.
Affaticamento marcato e sensazione di spossatezza anche a riposo.
Cefalea e dolori al volto, specialmente alla nuca.
Rigidità muscolare, soprattutto al risveglio o dopo lunghi periodi di inattività.
Parestesie (formicolii o punture), gonfiore percepito, alterazioni della sensibilità termica, visiva, tattile e olfattiva.
Disturbi gastrointestinali e urinari, come colon irritabile o vescica iperattiva.
Disfunzioni sessuali nelle donne, con dolore o calo del desiderio.
Disturbi del sonno (sonno non ristoratore) e difficoltà cognitive (fibro-fog), come perdita di concentrazione e memoria.
Ansia e depressione, che aggravano la sintomatologia generale.

.Diagnosi: una sfida clinica
Non esistono test di laboratorio specifici per diagnosticare la fibromialgia. La valutazione si basa sulla sintomatologia riferita dal paziente e sull’identificazione di aree dolorose definite “tender points”.
I nuovi criteri diagnostici, introdotti nel 2010 dall’American College of Rheumatology, si basano su due indici:
Il Widespread Pain Index (WPI) per valutare l’estensione del dolore.
La Symptom Severity Scale (SS) per misurare la gravità degli altri sintomi.
Cause: tra mente e corpo
Per anni la fibromialgia è stata considerata un disturbo psicosomatico, ma le ricerche recenti hanno messo in evidenza anche alterazioni neurologiche e neurochimiche.
Studi di neuroimaging mostrano un'iperattività del sistema nervoso simpatico, associata a un’errata elaborazione del dolore da parte del cervello.
Sono state rilevate alterazioni di neurotrasmettitori come serotonina, dopamina e noradrenalina, coinvolti nel controllo del dolore e del sonno.
La condizione è anche caratterizzata da ipersensibilità al dolore: stimoli normalmente innocui vengono percepiti come dolorosi, fenomeno noto come allodinia.
Conclusioni
La fibromialgia è una malattia complessa, ancora in parte misteriosa, che influisce profondamente sulla qualità di vita dei pazienti. Serve maggiore consapevolezza, diagnosi tempestiva e un approccio terapeutico multidisciplinare che tenga conto sia degli aspetti fisici sia di quelli psicologici.